UNA TOMBA DI FAMIGLIA, I FARAGGIANA, GRANDI MECENATI E SCOPRITORI.
RECINTO I, ARCO 15. Seguendo il lungo viale di ingresso del Cimitero Monumentale novarese si giunge al primo arco e dunque al Recinto I. Proseguendo sotto al portico verso sinistra troviamo l’arco n° 15 dove si trova il Sepolcro della Famiglia Faraggiana.
La lastra frontale, molto semplice e spoglia di elementi decorativi, presenta in alto i due ritratti dei capostipiti Amalia De Bayer nei Faraggiana (1805- 1863)
donna esimia rarissima
per pietà per virtù per gentilezza
esempio di moglie di madre
miracolo di carità
viva e morta amata e riverita
venne d’anni LVIII la prima
nel sepolcro de’ suoi
a di XXIX ottobre MDCCCLXIII
e Alessandro Faraggiana (1807 – 1876)
di mente aperte e colta
grato d’aspetto di costumi severo
sinceramente divoto
ottimo marito e padre
dei poveri pietosissimo
alla sempre desiderata compagna
si ricongiunse in questo sepolcro
d a. circa LXIX a dì II mag. MDCCCLXXVI
È probabile che i due ritratti siano stati eseguiti dallo stesso artista incaricato da Caterina Ferrandi Faraggiana per i ritratti della nonna e del padre nella tomba di famiglia (arco n° 77), ovvero Giosuè Argenti.
Al di sotto le iscrizioni dedicatorie ai figli Giuseppina Faraggiana (1838 – 1898)
nei Colonna dei principi di Stigliano
donna colta e di fede inconcussa
largamente benefica
e modesta fra tante sue virtù
in San Remo scelto a dimora per salute
languendo e fidando in Dio
finì di a. LX il XXVIII ott. MDCCCXCVIII
e fu qui accanto ai genitori deposta
e Raffaello Faraggiana (1847 – 1911)
pregate per l’anima
del
comm. Raffaello Faraggiana
nobile di sarzana
senatore del regno
20 marzo 1841 – 28 giugno 1911
Non trovano qui sepoltura le altre due figlie Antonietta e Angiolina Faraggiana.
Segue laconica la più semplice iscrizione dedicata ad uno dei figli di Raffaello Faraggiana:
N.H. COL. ALESSANDRO FARAGGIANA
Novara 9 • 12 • 1875
Albissola 2 • 12 • 1961
Non trova qui sepoltura il fratello di Alessandro, Giuseppe Faraggiana, sepolto ad Albissola.
La lastra tombale, inoltre, non presenta alcuna iscrizione a memoria della sepoltura avvenuta nel 1919 per volere di Caterina Ferrandi Faraggiana della sua amatissima e affezionatissima cameriera personale Annetta Ferrari, vedova Ajna.
Dai disegni presentati alla municipalità per la richiesta di costruzione della tomba di famiglia si apprende che ogni riquadro presenta le seguenti misure: 67 cm di larghezza e 68 cm di altezza.
Il 23 ottobre 1886 Raffaello Faraggiana chiede il permesso di ridipingere la volta dell’arco sepolcrale sia della tomba della famiglia Faraggiana (arco n° 15) che di quella della tomba della famiglia Ferrandi (arco n° 77).
All’Onorevole Sig.r Sindaco
di Novara
Il Sottoscritto presenta il Disegno della pittura che si vorrebbe fare eseguire in questo Campo Santo di Novara, nell’arco sepolcrale N° 15, di proprietà della nobile Famiglia Faraggiana, per ottenere l’approvazione della Giunta Municipale.
Novara 23 ottobre 1886
Per il Nob.e Sig.r Raffaello Faraggiana
M.° Cugiani
Il giorno seguente, il 24 ottobre 1886, giunse il permesso della ridipintura della volta.
Il 20 ottobre 1963 la Tomba Famiglia Faraggiana deve essere sottoposta a riordino per riportarla alla facies originaria:
Si è proceduto ad un attento esame della Tomba Faraggiana al Cimitero Urbano e si ritiene di dover proporre quanto in appresso:
1° – eliminare i due mastelli portafiori di legno attualmente esistenti per ripristinare i due supporti di ferro battuto originari, avariati dal tempo, sostituendo i vasi di ferro con vasi di rame martellato, di identica forma e dimensioni;
2° – ripristinare le due lampade di ferro battuto originarie;
3° – provvedere al rivestimento della fascia di contorno della lapide centrale di marmo, attualmente tinteggiata in nero, con una lastra di marmo nero di Svezia lucido;
4° – ricoprire di granito di Baveno lucidato e martellinare il gradino che fa da supporto alla lapide, costituito da granito di Baveno, e provvedere ad una ulteriore ripulitura di tutte le parti di marmo esistenti;
5° – mantenere perennemente riforniti di fiori, verde, o piante stagionali, a cura dei giardinieri del Comune, i due vasi di rame anzidetti;
6° – completare con lampadine appropriate le lampade votive e collegarle con la rete di alimentazione per mantenerle perennemente accese.
Tutto ciò perché ogni opera più complessa di abbellimento rischierebbe di snaturare le caratteristiche di composizione della tomba attuale, a meno che non si ritenga, e non si possa, procedere ad una radicale trasformazione di tutta la tomba.
Testi: Emanuela Fortuna
Immagini fotografiche: Camillo Balossini
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