IL SEPOLCRO DI UN BENEMERITO ED ILLUSTRE CONCITTADINO. LA TOMBA DI LUIGI ORELLI.
Recinto I – Arco Sepolcrale 30
Entrando nel recinto I, seguite il portico sulla sinistra. All’arco numero 30 trovate la tomba dell’Ingegner Luigi Orelli, il suo Sepolcro.
Nel testamento pubblico del Signor Ingegnere e Professore Luigi Orelli, stilato alle ore 12 meridiane di Francia il 26 agosto 1845, si legge:
“Ed è anche mia intenzione che all’epoca del mio decesso venga costrutto un arco sepolcrale nel cenotafio di questa Città per la mia tumulazione e quella della mia famiglia, e della famiglia della suddetta mia consorte, questa compresa”.
Archivio del Cimitero monumentale di Novara
Così fu: la consorte, Donna Teresa Ponzani, si attivò perché la dimora eterna del marito venisse costruita e quivi avessero sepoltura sia lei che i membri della propria famiglia. Le generose volontà testamentarie sono suggellate dalla enorme iscrizione FAMIGLIA PONZANI posta appena sotto l’arcata sepolcrale e dalla dicitura al di sotto della scritta dedicatoria centrale:
“Questo gentilizio sepolcro anche per la nobile famiglia Ponzani la suprema volontà dell’illustre defunto ordinò si erigesse”
Nonostante la presenza delle epigrafi mortuarie dei parenti della Ponzani, l’ingegnere Orelli viene celebrato con sentita dedizione. Appena sotto la denominazione della tomba, infatti, si erge il busto di Luigi Orelli, di bella fattura e assai fedele alla fisionomia reale del volto dell’illustre personaggio. Probabilmente il volto dai tratti tirati è il risultato di un calco mortuario ma gli occhi chiusi raffigurano in effetti il trapasso all’eterno riposo; le vesti del suo tempo sono ammantate all’antica, forse proprio a sottolinearne in vita l’avversione alle borrominiane licenze e l’amore per l’ordine e l’armonia caratteristici dell’architettura neoclassica.
Ha quindi luogo la lastra dedicatoria che è introdotta in alto delle raffinate tendine incise in oro, delicati manti che mossi dal soffio dello spirito ascendente si aprono mostrando i simboli dell’Alfa e Omega e in mezzo a loro il monogramma di Cristo.
Luigi Orelli. Il Sepolcro. Chi sia stato Orelli lo spiega molto bene l’iscrizione incisa al centro della lastra tombale:
LUIGI ORELLI
architettore insigne
che avverso alle borrominiane licenze
ei primo in questa sua patria
il giusto stile introdusse
decorandola di eleganti edifizi
e di un foro frumentario
in tutta italia singolare stupendo
defunto il xxix agosto mdcccixv d’an lxxvii
qui nella pace di cristo riposa
teresa ponzani
al desiderato consorte
all’uomo per la lealtà del cuore
gli studi eletti e l’officiosità negli amici
dall’universale amato ed onorato
con molte lacrime il monumento pose
Ai lati due colonnette che invece di capitelli recano fiamme a simbolo della imperitura fama del defunto.
La lastra si conclude con un disegno, inciso con linee sottili ed eleganti, che descrive sulla sinistra la facciata del Palazzo del Mercato di Novara da lui progettato e costruito e che lo impegnò per quasi tre decenni, e sulla destra una scena allegorica tra palme in una ambientazione acquatica che illustra il momento in cui un uccello di grande possanza e dall’ampio piumaggio sta ghermendo con il becco adunco e gli artigli un serpente. Gli antichi Egizi spesso associavano l’anima a un uccello simile a un’aquila (uccello-anima, Ba) che aveva il compito di condurre i morti nell’aldilà; nell’antichità vi sono inoltre innumerevoli raffigurazioni della lotta tra l’eroe luminoso a piume e il suo nemico tenebroso a squame. La scena, corroborata dall’incipit in alto con i simboli dell’Alfa e Omega e del monogramma di Cristo, è in sostanza l’allegoria dell’anima che ascende alla Luce secondo un’iconografia pre-cristiana. In primo piano al centro della scena i simboli del mestiere di ingegnere – squadre, regolo e compasso, una mensola e un capitello antichi rovesciati a terra – che richiamano simboli massonici.
Nel 1927 la tomba rischiò di cambiare destinazione, ossia di passare da sepolcro privato a sepolcro dell’orfanotrofio Dominioni del Consorzio delle figlie dell’Ospedale. L’amministrazione civica rifiutò in modo secco e deciso la richiesta dell’erede in linea di discendenza in quanto inopportuna e offensiva rispetto alla riconoscenza dovuta dalla città al benemerito illustre concittadino:
“In altri tempi il Comune, riconoscente all’opera di abbellimento cittadino compiuto dall’ing. Orelli in molti modi e specialmente con la erezione del Palazzo del Mercato intorno al quale faticò amorevolmente per un ventennio, gli pose un busto a sommo dello scalone di accesso al Museo Civico. Non comprendo ora come potrà il Comune difendere l’eterno riposo dell’Orelli, che merita il nome di benemerito e d’illustre concittadino, dall’invasione e dall’esilio, ove sia concesso il passaggio della sua tomba ad altri”.
Archivio del Cimitero monumentale di Novara
Testi: Emanuela Fortuna
Immagini fotografiche: Camillo Balossini
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